Quinto conto energia: “Non c’è alcuna sorpresa in arrivo per il settore del fotovoltaico”. “La revisione del Conto Energia è prevista dal decreto del 2011 e, come è noto, deve portare a una riduzione degli incentivi, tenendo conto dei prezzi attuali dei moduli fotovoltaici e dell’esigenza di non superare il limite stabilito di 7 miliardi l’anno”. Lo ha affermato oggi il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.
Le indicazioni del Ministro per il Quinto Conto Energia, che sarà pronto a breve, sono chiare: “Gli incentivi dovranno riguardare gli impianti di piccole dimensioni per l’autoconsumo domestico e industriale, favorendo l’integrazione del solare con l’efficienza energetica e sostenendo l’innovazione tecnologica.
In questo modo, gli incentivi rappresentano un forte fattore di crescita, che si accompagna agli effetti del credito di imposta (55%) e al successo del Fondo rotativo di Kyoto. Inoltre gli incentivi dovranno sostenere gli investimenti nelle zone industriali dismesse, per avviare una nuova industrializzazione sostenibile in aree strategiche per il nostro sviluppo. In ogni caso, sarà inclusa la copertura per gli investimenti già in corso”.
Il Quinto Conto Energia – spiega la nota del Ministero – sostituirà l’attuale Quarto Conto Energia, che prevede un aggiornamento quando il peso degli incentivi erogati sarà eccessivo. Le risorse per finanziare gli incentivi – sottolinea il comunicato – sono prelevate dalle bollette elettriche dei consumatori. Oggi il contributo si avvicina ai 6 miliardi di euro l’anno, e le nuove regole sono preparate in anticipo rispetto alla scadenza, in modo da dare più tempo a consumatori e imprese.
Il Ministero illustra i vantaggi derivanti dall’uso delle rinnovabili, oltre a quelli ambientali: le fonti pulite di energia, da un lato pesano sulle bollette, ma al tempo stesso abbassano il costo del chilowattora e riducono il fabbisogno di combustibili fossili d’importazione, a vantaggio della bilancia dei pagamenti del Paese.
Ma le rassicurazioni del Ministro Clini non sono bastate a tranquillizzare gli operatori delle rinnovabili. Dopo il panico seminato una settimana fa da una bozza del quinto Conto Energia che proponeva un sistema di incentivi insostenibile per l’industria fotovoltaica italiana (leggi tutto) e le rassicurazioni da parte del Governo (leggi tutto), le Associazioni si stanno mobilitando.
A complicare ulteriormente la situazione è arrivata la bozza del nuovo decreto sugli incentivi alle rinnovabili elettriche e all’efficienza energetica, che fissa a 5,5 miliardi di euro annui il costo indicativo cumulato di tutte le tipologie di incentivo degli impianti a fonte rinnovabile, con esclusione di quelli fotovoltaici.
La bozza di decreto prevede che l’accesso agli incentivi sia subordianto all’iscrizione in appositi registri in posizione tale da rientrare in limiti specifici di potenza. La definizione dei livelli di incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili sarà attuata attraverso aste pubbliche al ribasso indette dal GSE.
Su entrambi i decreti – quinto Conto Energia e incentivi alle rinnovabili elettriche e all’efficienza energetica – le Associazioni hanno espresso forti dubbi: le bozze introdurrebbero elementi di complicazione e non, come sarebbe necessario, di semplificazione per lo sviluppo del settore, mentre la riduzione degli incentivi sarebbe non solo ingiustificata ma inserita in una programmazione temporale di breve periodo e così burocratica da rendere il percorso eccessivamente rigido. Inoltre, se confermato, questo modo di procedere bloccherebbe di colpo un settore in grande espansione, che nel 2011 ha contribuito per lo 0,7-0,8% al PIL e occupa oltre 100mila persone.
Le Associazioni hanno quindi convocato per il 2 aprile a Roma gli Stati Generali delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica e un incontro con i responsabili dei Ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e delle Politiche agricole per chiedere l’apertura di confronto trasparente che consenta di progettare il futuro di un settore decisivo per lo sviluppo del Paese.
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